Sessione 25 – Politiche del lavoro e politiche di sostegno al reddito: l’esperienza del Reddito di Cittadinanza tra lavoro, non lavoro e mito dell’occupazione

Coordinatori: Giuseppe Allegri, Università La Sapienza di Roma; Davide Bubbico, Università di Salerno; Guido Cavalca, Università di Salerno.

Nell’esperienza della maggior parte dei paesi capitalistici le ricorrenti crisi economiche e la diffusione della povertà in ampie fasce della popolazione pongono sempre più i governi nazionali di fronte alla necessità di adottare politiche di contrasto alla disoccupazione e alla povertà, che non sempre, come dimostra il caso recente del Reddito di Cittadinanza in Italia, sono tenuti distinti sul piano delle policy.

È tuttavia sempre più evidente la tendenza di molti paesi a caratterizzare o perlomeno ad affiancare alle politiche sociali misure di workfare, in cui il tema della condizionalità, rispetto alla concessione del beneficio, diventa un aspetto sempre più determinante.

Se l’intreccio tra le forme di povertà economica e l’occupazione intermittente, o più esplicitamente la disoccupazione, sono sempre più evidenti, i sistemi di welfare dovrebbero avere il compito, da un lato, di rispondere con crescente attenzione alla diversità delle condizioni socio-economiche degli individui, e dall’altro, di offrire garanzie di carattere più universale e meno discriminatorie tra soggetti in difficoltà.

L’Italia è uno degli ultimi paesi in Europa ad aver introdotto uno schema di sostegno al reddito di carattere nazionale e di ispirazione universale, ma lo ha fatto introducendo una forte condizionalità, affiancando al trasferimento di risorse monetarie misure di attivazione occupazionale. L’intervento dei Centri per l’Impiego ha, però, avuto risultati molto deludenti, al di là delle difficoltà specifiche del periodo (pandemia) e nonostante il parziale e frammentato potenziamento dei Centri (con nuove risorse e la consulenza dei navigator), dimostrando piuttosto come la carenza della domanda di lavoro (in particolare nelle regioni meridionali), ampia e qualificata (anche in termini contrattuali) sia un altro aspetto decisivo con cui le politiche sociali devono confrontarsi. Gli stessi presunti effetti disincentivanti al lavoro emersi nel recente dibattito pubblico sollevano piuttosto un altro problema di carattere più generale, quello delle basse retribuzioni, ma soprattutto evidenziano la strumentalità di argomenti (la scarsa disponibilità di manodopera) che nulla hanno a che fare con il RdC.

Alla luce delle esperienze fin qui maturate, con riferimento anche ai modelli regionali di sostegno al reddito sperimentate in passato o a strumenti precedenti il RdC, come il REI, la sessione intende ospitare contributi che riflettano sul rapporto tra politiche sociali e politiche attive del lavoro, sia a partire da eventuali ricerche (anche in corso) sull’esperienza del Reddito di Cittadinanza, sia in relazione ad altre misure o sperimentazioni che a livello locale (regionale piuttosto che comunale) hanno finora tentato di coniugare obiettivi di politica sociale e obiettivi di politiche del lavoro. In tal senso sono di interesse quei contributi che affrontano simili problematiche, anche con analisi di carattere comparativo, in contesti diversi da quello italiano.

Contatti coordinatori:

Giuseppe Allegri (giuseppe.allegri@gmail.com)
Davide Bubbico (dbubbico@unisa.it)
Guido Cavalca (gcavalca@unisa.it)

Posted in Uncategorized.