Sessione 1 – “Dentro” la transizione digitale: mercati, organizzazioni e lavoro in una società che cambia

Davide Arcidiacono (Università degli Studi di Catania)

Attila Bruni (Università degli Studi di Trento)

Laura Sartori (Università degli Studi di Bologna)

 

La transizione digitale rappresenta una delle sfide euristiche con cui la sociologia economica contemporanea è chiamata a confrontarsi e a fornire quadri analitico-concettuali utili a interpretarla e a valutarne l’impatto: da un lato, le scienze sociali  mirano a guardare dentro la black box dell’intermediazione tecnologica con lenti e strumenti nuovi, dall’altro non devono cedere alla trappola “dell’eccezionalità tecnologica”, evitando di considerare i fenomeni emergenti come qualcosa di completamente inedito e del tutto oscuri alle categorie interpretative esistenti. La transizione non è guidata soltanto dalla disponibilità di offerta di nuove tecnologie ma anche dalla possibilità di disporre di lavoratori variamente qualificati (e localizzati) che, a diversi livelli e in diversi stadi, lavorano per le tecnologie, ad esempio anche solo prendendosi cura della loro implementazione e manutenzione. Per altrettanto, gli algoritmi sono programmati in continuità con modelli organizzativi tradizionali anche nelle imprese votate all’innovazione tecnologica e organizzativa (es: Amazon), all’interno delle quali si riproducono ed affinano sistemi e pratiche di controllo del lavoro tipiche dei modelli fordisti. Le piattaforme digitali stesse sembrano sposare un modello organizzativo non così diverso da quello delle adhocrazie e tendono a essere soggette a diverse pressioni isomorfiche. A fronte dei processi di digitalizzazione del lavoro e di virtualizzazione e frammentazione dei processi organizzativi, numerose pratiche lavorative e organizzative conservano però la loro materialità. Chiamano in causa oggetti, artefatti, corpi e movimenti, fino alla ri-valorizzazione e al recupero di attività lavorative tipicamente manuali e artigianali (tanto nella manifattura, nella cura alla persona o nell’agri-food), spesso quale garanzia di autenticità e in opposizione alla perdita di contatto con un mondo sempre più astratto e impalpabile.

La sessione proposta vuole dare continuità ad un confronto tra studiosi su queste traiettorie, avviato già in precedenti edizioni del convegno SISEC, al fine di sviluppare una solida rete  di ricerca e dibattitto capace di e sviluppare sinergie e proposte, anche in un’ottica transdisciplinare. Siamo quindi interessati a raccogliere contributi coerenti con i contenuti sovraesposti e, preferibilmente, orientati a:

– riflettere teoricamente e metodologicamente sulle sfide che la coesistenza di sistemi analogici e digitali di lavoro, organizzazione e scambio economico pongono agli approcci sociologici tradizionali.

– evidenziare, le continuità/discontinuità tra forme ‘analogiche’ e ‘digitali’ di lavoro, organizzazione e costruzione dei mercati, nonché le loro convergenze e divergenze; 

– mostrare lo stratificarsi di tecnologie e pratiche di lavoro, insieme all’ibridazione delle strutture organizzative e alla costruzione di mercati dai confini sempre più complessi; 

– interrogare criticamente i processi di transizione al digitale, a partire dagli attori organizzativi e dal lavoro online e offline che tali processi chiamano in causa, anche in una prospettiva storico-longitudinale;

– aprire la scatola nera di algoritmi e sistemi d’intelligenza artificiale, mostrando tutto il lavoro di backstage a cui sono chiamati gli umani (come nel caso dei “ghost workers” e dei “clickworkers”), che devono pulire e categorizzare i dati per allenare tali sistemi;

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