Comunicazione ai soci SISEC del presidente F. Ramella

Care socie, cari soci,

lo scorso 7 maggio, in risposta ad una esplicita richiesta della Ministra Valeria Fedeli, il CUN ha elaborato un parere generale (n. 22) «Per un modello di aggiornamento e razionalizzazione della classificazione dei saperi accademici e del sistema delle classi di corso di studio, anche in funzione della flessibilità e dell’internazionalizzazione dell’offerta formativa».

 

Il documento si compone di tre sezioni. La prima si prefigge la razionalizzazione dell’attuale sistema di classificazione dei saperi, proponendo un nuovo modello incardinato su due assi:

  • i raggruppamenti disciplinari (e i profili) per l’inquadramento, il reclutamento e l’abilitazione dei docenti;
  • i domini di ricerca (e le parole chiave) per la classificazione e la valutazione dei prodotti e dei progetti di ricerca.

La seconda sezione riguarda la “manutenzione” del sistema delle classi di corso di studio e prevede:

  • un nuovo formato di presentazione degli obiettivi qualificanti e delle tabelle delle attività formative indispensabili;
  • la revisione-aggiornamento delle attuali classi, con l’identificazione di eventuali nuove classi per finalità culturali e professionalizzanti.

La terza sezione riguarda gli interventi (legislativi e regolamentari) di adeguamento e coordinamento del contesto normativo resi necessari dalle modifiche previste nelle prime due sezioni.

 

Il consiglio direttivo della SISEC si è riunito per analizzare il documento CUN e – con il contributo dei Probiviri – ha formulato diversi pareri, che sono stati inviati ai rappresentanti di area 14 al CUN.

Di seguito vi riassumiamo: (1) le nostre valutazioni e (2) le posizioni che intendiamo sostenere.

 

  • Le valutazioni della SISEC. Il documento CUN contiene alcuni spunti interessanti, con particolare riferimento al sistema di classificazione delle attività di ricerca (domini), vista l’incompletezza della tassonomia ERC. Nel suo insieme, tuttavia, presenta molte criticità e suscita non poche preoccupazioni. Non sono infatti chiare le motivazioni di una revisione così sostanziale dell’attuale sistema dei saperi e le finalità che, attraverso di essa, si intendono perseguire.
    1. A nostro avviso le proposte contenute nel documento non contengono passi avanti sostanziali, specie sul piano dell’inquadramento dei docenti e della revisione delle classi di laurea e rischiano di fornire un pretesto al neo-ministro dell’Università per avviare una ulteriore “riforma dell’università e del reclutamento”. Noi riteniamo invece che l’università italiana, dopo 15 anni di riforme, abbia bisogno di stabilità e aggiustamenti “al margine”.
    2. L’impianto complessivo del documento CUN, invece, tende a generare un effetto-sistema altamente rischioso.Quelli che dovevano essere dei semplici interventi di manutenzione “ordinaria” rischiano di produrre una complessa e burocratica riscrittura e risistemazione di tutta la governance della didattica e delle progressioni di carriera. Il combinato disposto della prima parte (in particolare il § 1.2.1 Raggruppamenti disciplinari) e della seconda parte (il § 2.3), condannerà gli atenei italiani ad una “mai semplice” riscrittura di tutti gli ordinamenti dei CdS e ad un re-inquadramento del personale docente ecc.
    3. Inoltre, visto che il ridisegno dei raggruppamenti disciplinari comporta una risistemazione degli stessi, questo richiederà anche un intervento sulle procedure per l’abilitazione, come viene ammesso nell’ultima pagina dello stesso documento: “Così, ad esempio, per quanto concerne le procedure per il conferimento dell’Abilitazione scientifica nazionale, il nuovo modello di classificazione dei saperi disciplinari e i tratti che, nel suo ambito, connotano il raggruppamento disciplinare renderanno necessario ripensare profondamente i meccanismi di determinazione e uso dei parametri e dei criteri di valutazione, con specifico riferimento al significato dei «valori-soglia degli indicatori che devono essere raggiunti per conseguire l’abilitazione» (art.4, comma 2, dPR. 4 aprile 2016, n. 95) e alla inderogabilità del loro raggiungimento attualmente prevista (art.6, DM 7 giugno 2016, n. 120), ampliando lo spazio di valutazione rimesso alle Commissioni anche nel rispetto delle caratteristiche specifiche degli eventuali profili del raggruppamento.” 
    4. Infine, una revisione così sostanziale (anche dal punto di vista terminologico) dei sistemi di classificazione rischia di provocare un effetto immediato di delegittimazione delle attuali procedure di accreditamento e di progressione di carriera, in una fase delicata come quella attuale in cui:
      1. sono in corso le visite dei Cev-Anvur presso numerosi atenei,
      2. è stato appena avviato il bando per il reclutamento dei commissari per la nuova tornata di abilitazioni.
  • Le posizioni SISEC. Veniamo quindi alle posizioni che abbiamo sostenuto e intendiamo portare avanti. A nostro avviso:
    1. non è opportuna una revisione sostanziale degli attuali sistemi di classificazione, bensì una loro verifica ed (eventuale) aggiornamento;
    2. questa messa a punto può essere conseguita molto più facilmente (senza effetti caos) rimanendo all’interno dell’attuale sistema e utilizzando come livello di disaggregazione massima i settori concorsuali;
    3. una riflessione sulla classificazione dei saperi e sulla riaggregazione dei SSD non può prescindere da un’ampia consultazione delle organizzazioni di rappresentanza delle comunità disciplinari.

 

Di seguito le azioni intraprese finora:

  • abbiamo espresso un primo parere (precendente la pubblicazione del documento CUN) che è stato inviato al CUN (link);
  • abbiamo preso parte al gruppo di lavoro delle Associazioni di sociologia e della Conferenza dei direttori di dipartimenti di sociologia contribuendo alla stesura di un documento (link);
  • abbiamo aderito alla Consulta delle Scienze Politico-Sociali e partecipato alla delibera di un documento comune di tutte le associazioni di area 14 (link).
  • Abbiamo partecipato il 29 maggio a Roma, presso il MIUR, alla presentazione del parere del CUN.

 

Infine, due notizie dall’assemblea di Roma, una positiva e una negativa:

1) I tempi di questa nuova “riforma-non-riforma” saranno lunghi, inclusivi, e prevederanno l’ascolto delle comunità scientifiche (questa – anche se non sembra – è la notizia positiva);

2) Solo le associazioni di area 14, nell’assemblea del 29, hanno espresso posizioni critiche sull’impianto complessivo del parere-CUN. A ciò però va aggiunto che i rappresentanti di area 8 hanno votato contro il parere CUN in sede di adunanza (link https://www.roars.it/online/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-25_Riflessioni-Area-08-sulla-Riforma-dei-Saperi.pdf). Il presidente della Crui ha espresso invece apprezzamento.

 

Quanto abbiamo sperimentato finora sul fronte della rappresentanza associativa, ci suggerisce due riflessioni conclusive.

  • Riteniamo di dover essere presenti e attivi negli organismi di coordinamento delle associazioni di area 14, anche accorciando le distanze con i nostri rappresentanti al CUN, in modo da supportarli più adeguatamente. Strategie “aventiniane”, invece, condannerebbero la SISEC ad un isolamento che in questa fase è sterile e pericoloso. In questo processo la nostra associazione ha dato un forte impulso e un apporto costruttivo; l’area sociologica ha assunto posizioni unitarie e fornito un contributo decisivo alla deliberazione di un documento unitario di area 14.
  • L’area 14 è molto debole, sia per peso politico che per consistenza numerica: ha un numero di strutturati che è circa il 40% rispetto al taglio medio delle altre aree CUN. Dobbiamo perciò tener presente che:
    1. quando possibile la ricerca di posizioni unitarie è sempre preferibile;
    2. solo con chiarezza di idee e determinazione, le “minoranze attive” possono esercitare una certa influenza.
  • La comunità accademica, nel suo complesso, appare acquiescente e frastornata. Anzi, remissiva. Non pare capace di esprimere una posizione di critica – seppure costruttiva – neppure in presenza di richieste ministeriali prive di una ratio sostanziale intellegibile.