#1/2016 – ARNALDO BAGNASCO con Francesco Ramella & Rocco Sciarrone

Foto e immagini:

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la copertina del volume di C. Wright Mills Sociological Imagination; una foto il gruppo di ricerca del Ceris nel 1969, durante il periodo di rilevazione (da sinistra: Bagnasco, Casillo, una segretaria e Bonazzi, che dirigeva la ricerca); la copertina del volume che conclude la ricerca Industria e potere in una provincia meridionale (L’impresa edizioni, 1972), dove l’indagine empirica nel salernitano è portata avanti in polemica con le interpretazioni “culturaliste” dell’arretratezza meridionale, facendo riferimento al meridionalismo classico e alle teorie della dipendenza di quegli anni; un manifesto pubblicitario della Fiat 600 di Felice Casorati con una panoramica notturna della città di Torino; la copertina del volume Tre Italie. La problematica territoriale dello sviluppo italiano (Il Mulino, 1977), definita da Bagnasco «più che una fotografia dell’Italia, una sua caricatura, un ritratto caricato», rispondente all’adozione di una concezione classica della sociologia come produttrice di modelli per orientare l’analisi della variabilità concreta; le copertine del Rapporto di ricerca 1973 sul sistema imprenditoriale italiano (Fondazione Agnelli, ciclostilato) e del volume Le problematiche dello sviluppo italiano (Feltrinelli, 1978).

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Firenze, aprile 1979, nel giardino di casa si discute di problematiche dello sviluppo italiano, con Marcello Messori, Carlo Trigilia, Franca Alacevich, sorvegliati da Matteo; dalle premesse di ricerca di questi anni nascerà successivamente la ricerca comparata realizzata da Bagnasco e Trigilia in Veneto e Toscana, che produrrà diversi contributi e, come sintesi finali Grandi partiti e piccole imprese (Trigilia, 1986) e La costruzione sociale del mercato (Bagnasco, Il Mulino, 1988); le copertine dei volumi appena citati; un’immagine dello scalone della Minerva nell’ingresso di via Mezzocannone del Palazzo dell’Università di Napoli Federico II, dove Bagnasco ha insegnato (foto: D. Pizzo); la copertina del volume di Ulf Hannerz Exploring the City. Inquiries Toward an Urban Anthropology (Columbia University Press, 1983); Bagnasco relatore al I congresso di sociologia del territorio dell’Ais (Grosseto, 1985), con Franco Martinelli e Achille Ardigò; le copertine di altri due volumi di Bagnasco, Cities in Contemporary Europe, curato con P. Le Galès (Cambridge University Press, 2000) e Sociétés urbaines et nouvelle économie (con C. Courlet e G. Novarina, L’Harmattan, 2010).

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le copertine di alcuni volumi di Bagnasco legati alle sue ricerche torinesi: Classi, ceti, persone: esercizi di analisi sociale localizzata (con N. Negri, Liguori 1994); Torino: un profilo sociologico (Einaudi, 1986), La città dopo Ford (Bollati Boringhieri, 1990), volume curato da Bagnasco che raccoglie saggi di C. Antonelli, G. Bonazzi, L. Gallino, L. Mazza, A. Michelsons, nati da un ciclo di seminari aperti al pubblico; Torino 011. Biografia di una città (con C. Olmo, Electa, 2008).

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maggio 1994, gita a Versailles durante uno dei primi soggiorni di lavoro a Parigi (con la moglie Laura, Paola Vinay e Massimo Paci); un volume del programma Observatoire du changement en Europe Occidentale stabilito a Poitiers, PME et développement économique en Europe (curato con C. Sabel, La Découverte, 1994); una foto dalla cerimonia di assegnazione del titolo di Dottore honoris causa presso l’Institut d’études politiques (Parigi, 21/1/2014), con Marco Oberti, Patrick Le Galès ed Edmond Préteceille; cena durante una riunione del Committee on Western Europe, SSRC a Lisbona, nell’ottobre del 1983 (in primo piano, Peter Gurevitch e Charles Sabel); alla riunione del programma Social contracts under stress: The Middle Classes of America, Europe, and Japan at the Turn of the Century (Tokio, giugno 1999).

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la copertina del primo numero della rivista Stato e Mercato (aprile 1981), contenente due saggi programmatici che avranno eco: Ciclo politico e onde lunghe. Note su Kalecki e Phelps Brown (di Michele Salvati); I rapporti tra politica e mercato nei paesi capitalistici avanzati: varianti nello sviluppo, differenze nella crisi (di Lorenzo Bordogna e Giancarlo Provasi); la copertina della III edizione aggiornata del 2012 (la I è del 1997) del manuale del Mulino Corso di sociologia di Bagnasco, Barbagli e Cavalli (più noto tra gli studenti e i docenti di sociologia come “il BBC”); una foto con tre generazioni di sociologi della scuola torinese, nel gennaio 2012 (da sinistra, nella fila in alto: Nicoletta Bosco, Elena Lanfranchini, Marianna Filandri, Filippo Barbera, Elena Sinibaldi, Luca Storti; Lidia Negri con Bagnasco; fila al centro: Nicola Negri, Antonella Meo e Rocco Sciarrone; fila in basso: Giovanni Semi, Davide Donatiello, Valentina Moiso, Joselle Dagnes); copertine di alcuni volumi di Bagnasco: Tracce di comunità: temi derivati da un concetto ingombrante (Il Mulino, 1999); Società fuori squadra: come cambia l’organizzazione sociale (Il Mulino, 2003); Prima lezione di sociologia (Il Mulino, 2007); Taccuino sociologico: temi e autori del cambiamento sociale (Einaudi, 2012); Ceto medio. Perché e come occuparsene (a cura di, Il Mulino, 2008).

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Estate del 2011: «Come sostiene Bourdieu, le attività del tempo libero poco costose e più austere sono aspetti tipici dell’aristocratismo ascetico degli intellettuali – dice Bagnasco commentando la foto – Per strada, l’attenzione più allargata al cambiamento sociale fa incontrare temi teorici diversi sui quali diventa necessario confrontarsi»; la copertine di un volume appena pubblicato, La questione del ceto medio. Un racconto del cambiamento sociale (Il Mulino, 2016); Valle della Clarée, marzo 2015, con C. Trigilia e F. Alacevich: «La foto è istruttiva per due aspetti – commenta Bagnasco – Anzitutto conferma, anche per la stagione invernale, il risultato di Bourdieu sull’aristocratismo ascetico degli intellettuali (come si evince dalla severa e meno costosa disciplina sportiva praticata, lo sci di fondo); inoltre, attraverso un confronto con la precedente foto fiorentina a pag.2 permette di formulare un’ipotesi a tutta prima sorprendente, ma per niente banale: quella di una connessione fra cambiamento sociale e cambiamento dei suoi analisti. Ipotesi da approfondire in molte direzioni…».

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