Sessione 11 – Prima e oltre la pandemia: il controllo della salute come questione organizzativa fra tecnologie e pratiche emergenti

Coordinatori: Francesco Miele (Università di Padova); Paolo Rossi (Università di Milano Bicocca)

La tutela e il miglioramento delle condizioni di salute dei lavoratori sono una sfida che, da tempo, molte organizzazioni hanno raccolto e intrapreso. Questo percorso delinea una progressiva transizione da forme più circoscritte di protezione dai rischi correlati alle mansioni produttive, verso la promozione della salute intesa in termini più ampi e sfaccettati. Le attività di promozione della salute includono ora un insieme di interventi organizzativi, frequentemente supportati da tecnologie (es. wearables, mobile app, ecc.) e infrastrutture (es. spazi per l’attività fisica, programmi di bike sharing, ecc.), finalizzati a orientare gli stili di vita dei lavoratori (es. alimentazione, attività fisica, mobilità, gestione dello stress quotidiano) per renderli più consoni alle linee guida vigenti nel campo della prevenzione. Tale obiettivo può essere perseguito intervenendo direttamente sugli ambienti di lavoro o proponendo servizi e altri benefit dei quali i lavoratori possano godere anche al di fuori dell’ambiente di lavoro (es. convenzioni con palestre, centri sportivi, assicurazioni integrative per le spese di assistenza sanitaria, ecc.).

Questo fenomeno è stato considerato coerente con i principi del pensiero neoliberista, da un lato, perché può abilitare un controllo top-down da parte dei datori di lavoro sui cittadini, dall’altro, perché innesca processi di auto-disciplinamento in cui il sé del lavoratore viene rimodellato sulla base di interessi istituzionali e organizzativi e la gestione del rischio di salute diviene “un’impresa morale relativa a questioni di autocontrollo, conoscenza di sé e miglioramento di sé” (Lupton, 2013: 122). Pur tuttavia, si tratta di un fenomeno che, per molti versi, può alimentare delle condizioni di mutual gain tra imprese e lavoratori, laddove i destinatari di simili iniziative traggano dei benefici che riconoscono come vantaggiosi..

La crisi pandemica ha reso ancora più complesso l’intreccio tra salute, tecnologie e controllo sui luoghi di lavoro. Il lavoro da remoto, adottato a fini preventivi per limitare il contagio, ha spesso portato a intensificare sia i ritmi produttivi che la porosità dei confini lavoro/vita privata generando, paradossalmente, nuove problematiche di salute e facendo emergere pratiche individuali e collettive per la loro gestione. In questo scenario, le organizzazioni lavorative sono diventate un vero e proprio strumento d’attuazione di politiche di sanità pubblica in materia di contrasto e prevenzione della pandemia: si pensi, per esempio, alla verifica, attraverso appositi dispositivi di controllo e tracciamento, delle possibilità di accedere a luoghi di lavoro o altri contesti di socialità.

La sessione si propone di indagare in profondità gli intrecci esistenti tra organizzazione, salute e processi di controllo supportati tecnologicamente. In particolare, si invitano riflessioni, sia empiriche che teoriche, riguardanti (ma non limitate a) i seguenti aspetti:

  • Progettazione di interventi organizzativi tecnologicamente supportati nel campo della salute;
  • Tecnologie indossabili e gestione degli stili di vita;
  • Remote working, salute e benessere organizzativo;
  • Pratiche di appropriazione e resistenza verso le tecnologie per la salute;
  • Conflitti e rinegoziazioni tra interessi istituzionali, organizzativi e individuali nel campo della salute;
  • Tecnologie di tracciamento e gestione della pandemia sui luoghi di lavoro;
  • Tecnologia e salute nelle organizzazioni;
  • Metodologie per studiare l’intreccio tra salute, tecnologie e controllo sui luoghi di lavoro.

Contatti coordinatori: Francesco Miele (francesco.miele@unipd.it); Paolo Rossi (paolo.rossi@unimib.it)

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