Sessione 3 – Processi di innovazione e sviluppo territoriale: istituzioni, mercati e società oltre la pandemia

Coordinatori: Luigi Burroni (Università di Firenze); Paola De Vivo (Università di Napoli); Vincenzo Fortunato (Università della Calabria); Marcello Pedaci (Università di Teramo); Francesco Ramella (Università di Torino); Rocco Sciarrone (Università di Torino)

La pandemia da Covid-19 ha ben evidenziato la rilevanza dei territori e della loro dotazione istituzionale per la capacità di resistenza e reazione alle crisi e, più in generale, per la costruzione di innovazione, competitività, occupazione e coesione sociale. Si tratta di temi che in passato sono stati al centro del dibattito nelle scienze sociali, con un contributo notevole da parte della sociologia economica. Negli ultimi anni però l’attenzione degli studiosi su tali argomenti si è attenuata. Questo tipo di analisi appare invece ancor più urgente oggi, in uno scenario in cui le conseguenze della crisi pandemica si intersecano alle sfide collegate ai processi di digitalizzazione e al mutamento climatico, ai cambiamenti in corso già da anni, come quelli inerenti ai modelli di organizzazione della produzione, nonché alle opportunità derivanti dagli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tali trasformazioni chiamano prepotentemente in causa il rapporto tra istituzioni, mercati e società a livello territoriale. E chiamano in causa le politiche locali/regionali, l’azione delle imprese, le strategie e iniziative degli attori delle relazioni industriali e delle organizzazioni della società civile. Basti pensare alle questioni della transizione industriale e dello smart manufacturing, della riorganizzazione delle imprese e delle loro reti, della loro (ri)collocazione nelle catene globali del valore, dell’incontro tra domanda e offerta di competenze, della produttività del lavoro, dei mercati locali e regionali del lavoro, della creazione di “buona” occupazione, dell’accesso alle protezioni sociali, della riduzione delle situazioni di vulnerabilità e delle disuguaglianze. Questi temi possono essere utilmente declinati in una prospettiva di analisi territoriale. Una prospettiva importante anche per esaminare i fattori che possono ostacolare o alterare i processi di sviluppo. Si pensi, per esempio, alla presenza di esternalità di mercato negative, pubblica amministrazione inefficiente, economia sommersa, incentivi istituzionali non orientati allo sviluppo, bassa dotazione di beni collettivi, grandi imprese predatorie, corruzione e criminalità organizzata. È il caso delle cosiddette regioni deboli o aree fragili – in Italia come in altri paesi – caratterizzate da maggiori ritardi di sviluppo, criticità nel mercato del lavoro, disuguaglianze.

La sessione si propone di usare tale prospettiva, con particolare riferimento al tema dello sviluppo territoriale, inviando paper che affrontino le questioni più rilevanti sotto il profilo analitico e delle politiche di regolazione. Sono benvenuti sia paper basati su singoli casi di studio sia contributi basati su analisi comparata (sia in chiave italiana che internazionale), sia che utilizzino metodologie qualitative che quantitative.

Contatti coordinatori: Luigi Burroni (luigi.burroni@unifi.it); Paola De Vivo (padevivo@unina.it); Vincenzo Fortunato (vincenzo.fortunato@unical.it); Marcello Pedaci (mpedaci@unite.it); Francesco Ramella (francesco.ramella@unito.it); Rocco Sciarrone (rocco.sciarrone@unito.it)

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