Sessione 5: Così vicini eppure così lontani: il terzo spazio al tempo della precarietà

Coordinamento:

Emiliana Armano
Ricercatrice indipendente

Marco Briziarelli
University of New Mexico
mbriziarelli@unm.edu

Federico Chicchi
Università di Bologna
federico.chicchi@unibo.it


Call for papers


Il dinamismo tecnologico e sociale del capitalismo neoliberale ha intensificato la compressione spazio-temporale dei processi produttivi (Harvey, 1989). Così le esperienze di lavoro da remoto diffusesi esponenzialmente per via del Covid-19 hanno ridotto o annullato la distanza fisica, confinando le esistenze al lavoro all’interno delle abitazioni rendendo più precarie le condizioni lavorative e di vita (Fuchs, 2021), e l’ esperienza lavorativa è diventata contraddittoria mediata dall’impiego di potenti tecnologie digitali che da un lato consentono di scambiare in maniera velocissima enormi quantità di informazioni, e dall’altro comportano spesso l’allungamento degli orari e l’intensificazione del lavoro (Woodcock, 2017). In sintesi, la connettività digitale ha portato con sé il feticcio del possibile superamento di ogni limite e ostacolo (alla crescita, all’accumulazione di capitale e alla produttività) e si è accompagnata alla risignificazione profonda delle nozioni di vicinanza e distanza e della loro apparente ossimorica coesistenza e problematicità che comporta inediti costi sociali e umani.

In questo panel, facendo riferimento al concetto di terzo spazio (Lefebvre, 1991; Soja, 1996; Oldenburg, 2000), invitiamo a presentare contributi teorici, e soprattutto riflessioni basate su ricerche empiriche, capaci di esplorare la nuova tensione tra prossimità e distanza in seno agli attuali processi di ri-territorializzazione del capitalismo neoliberale. Ci interessano analisi critiche incentrate sullo spazio ambiguamente remoto e prossimo dove le soggettività cercano di affrontare e superare le contraddizioni emergenti, anche relative alla piattaformizzazione del lavoro e dell’attività umana (Armano, Briziarelli, Risi, 2022) quali: la mediazione tra lo spazio astratto della produzione di valore e il luogo concreto dell’interazione sociale; la crescente sovrapposizione della sfera pubblica e della sfera privata con il venir meno del confine tra tempo libero e tempo di lavoro, l’auto-attivazione e le dimensioni disciplinari e performative (Chicchi, Simone, 2022), e la nozione stessa di precarietà che ne deriva, in cui le soggettività agiscono con forme di resistenza rinegoziando continuamente (Huws, 2014) tattiche e strategie di vita.


The technological and social dynamism of neoliberal capital has intensified  processes of space-time compression (Harvey, 1989). Thus, for instance, remote working, spread exponentially due to Covid-19, has reduced or even cancelled physical distance, being confined inside the household, and making working and living conditions more precarious (Fuchs, 2021). Furthermore, working has become a contradictory experience: mediated by the use of powerful digital technologies that on the one hand allow for the rapid exchange of enormous amounts of information, and on the other often entail the lengthening and intensification of working hours (Woodcock, 2017). In short,  those dynamics exemplify the fetish dream of  overcoming  every limit and obstacle (to growth, capital accumulation and productivity), which is accompanied by the profound re-signification of the notions of proximity and distance, their apparent oxymoronic coexistence, and  their problematic nature that often entails unprecedented social and human costs. Inspired by the concept of third space (Lefebvre, 1991; Soja, 1996; Oldenburg, 2000), we invite in this panel theoretical contributions, preferably based on empirical research, capable of exploring the new tension between proximity and distance within the current re-territorialisation processes of neoliberal capitalism. We are interested in critical analyses centred on the ambiguously remote and proximate space where subjectivities seek to address and overcome emerging contradictions, including those related to the process of platformization of labour and human activity (Armano, Briziarelli, Risi, 2022) such as: the mediation between the abstract space of value production and the concrete place of social interaction; the increasing overlapping of  public and private spheres; the blurring of the boundary between leisure and work time, as well as between self-activation and disciplinary and performative dimensions (Chicchi, Simone, 2022), and the resulting notion of precarity, in which subjectivities act with forms of resistance that continually renegotiate (Huws, 2014) tactics and life strategies.

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