Sessione 30: Filiere agroalimentari globali, risorse naturali e comunità locali, tra disembeddedness e reembeddedness

Coordinamento:

Domenica Farinella
Università di Messina
domenica.farinella@unime.it

Marco Alberio
Università di Bologna
marco.alberio2@unibo.it

Mario Coscarello
Università della Calabria
mario.coscarello@unical.it


Call for papers


Dagli anni Cinquanta in poi i processi di modernizzazione agricola orientati all’intensificazione per produrre cibo a buon mercato hanno comportato due effetti negativi. Da un lato osserviamo una crescente dipendenza dei produttori primari a monte e a valle del mercato che si è tradotta in una progressiva contrazione dei margini di profitto per le aziende cui si è risposto con un incremento dello sfruttamento del lavoro – sia familiare che salariato – (Van der Ploeg 2008: 2017; Friedmann 2005). Dall’altro si registrano crescenti costi ambientali in termini di perdita di biodiversità ed erosione irreversibile delle risorse naturali (Moore 2003), con la  conseguente crisi ambientale e climatica. Questa situazione si è aggravata dagli Novanta con l’affermarsi di quello che McMicheal (2003) chiama regime alimentare delle corporations transnazionali. Le multinazionali del cibo, strutturate dentro filiere agroalimentari integrate e oligopolistiche nelle fasi di trasformazione e distribuzione sfruttano, a scapito dei produttori primari, asimmetrie informative e rendite di posizione che si generano lungo catene del valore globale sempre più opache, dove i prodotti agricoli perdono le loro specificità territoriali, trasformandosi in commodity, soggette ad elevata volatilità di prezzo e a istanze speculative.

Nonostante le catene dell’agri-food globale appaiano come “deterritorializzate”, esse continuano a essere embedded dentro i contesti territoriali situati e le loro micro-filiere locali, dove rappresentano una specializzazione, al contempo produttiva e territoriale, essenziale per la sopravvivenza economica di quei territori rurali, spesso periferici e marginali, ma dipendente e subalterna rispetto a dinamiche strutturali. Ed è a partire da questa tensione ambivalente tra locale e globale che le  comunità produttive locali sviluppano, di volta in volta, con più o meno successo, le proprie strategie di competizione, adattamento e/o resilienza.
La seguente call for paper ha l’obiettivo di raccogliere contributi che  indaghino come le dinamiche di mercificazione della produzione abbiano un impatto sui territori e come abbiano trasformato questi “micro-mondi”, così come sulle strategie di micro innovazioni sociali che gli imprenditori e le loro famiglie hanno adottato per “navigare” nel mercato globale. In questo contesto è interessante approfondire i costi di queste strategie in termini di perdita di specificità socio-culturali, erosione di saperi locali taciti, degradazione del lavoro e/o delle risorse naturali etc. Al tempo stesso, è importante esplorare gli spazi di resilienza e attivazione che gli attori locali sono in grado o meno di negoziare per costruire modelli di economia diversificati e più territorializzati, basati su forme di reciprocità, economie collaborative e/o meccanismi di innovazione sociale.

In sintesi, invitiamo gli autori a proporre contributi teorici o empirici per rispondere ad alcune  delle seguenti domande: in che modo le dinamiche sovra menzionate riconfigurano le relazioni sociospaziali tra locale e globale, centro e periferia, territorializzazione e de-territorializzazione? Quali sono i margini per i territori e i produttori primari che vi vivono e lavorano di costruire spazi di autonomia in cui le relazioni economiche siano re-embedded?

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