Sessione 4 – Il lavoro ai tempi dell’economia sostenibile e della finanza sostenibile. Potenzialità del mercato green e nuove professioni.

Coordinatori: Marco Marucci (INAPP); Massimo De Minicis (INAPP)

La relazione tra clima e contesto produttivo è diventata sempre più stringente, vista la stretta dipendenza tra emissioni di anidride carbonica e scelte di approvvigionamento energetico necessario a mantenere l’attuale sistema produttivo. In questo contesto la strada tracciata dalla politica comunitaria di lungo termine come la Next Generation EU (2020), il Green Deal Europeo (2019) ed il recente Fit for 55% (2021) pone un obiettivo socio-ambientale al centro del nuovo corso economico. Tali piani sono stati tradotti in parte nel PNRR italiano, dove si afferma che la transizione energetica ed ecologica è il driver capace di creare nuovi posti di lavoro ed una crescita del Pil costante, in particolare “la crescita del settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica si stima accompagnata da una crescita annua del Pil dello 0,5%-0,6% e da un aumento di occupazione del 2,5%-3% all’anno, concentrati nei settori edilizio, dei trasporti e dell’energia rinnovabile”. Negli ultimi tre anni il numero di imprese che hanno investito in prodotti e tecnologie verdi è stimato a 432mila mentre sul fronte occupazionale, l’impatto previsto è di 3,1 milioni di posti di lavoro, che rappresentano il 13% dell’occupazione italiana complessiva. Parallelamente all’economia reale si sono sviluppate negli stessi anni azioni per innovare l’economia finanziaria, oggetto nell’ultimo ventennio di una crescita esponenziale senza precedenti. In ambito UE è stato sviluppato il Piano di azione per la finanza sostenibile (2018), un complesso quadro di incentivi e regolamenti per indirizzare la finanza verso la sostenibilità ambientale e sociale ed evitare pratiche sleali di greenwashing. Anche in questo campo si stimano incrementi ingenti sia in termini di nuovi fondi di investimento, sia in emissione di social bond e green bond da parte di enti pubblici e privati. Nelle aziende che si sono dedicate al rispetto degli ESG criteria già sono emerse nuove figure professionali come il Sustainability manager o CSR manager, il sustainability & CSR auditor; l’SDG action manager (vedi la UNI/PdR 109 del 2021)

Questo fermento di iniziative in cui confluiscono interessi pubblici e privati e che vengono identificate nel più vasto paradigma della Just Transition (economia circolare, politiche territoriali, politiche attive e inclusive, digitalizzazione, energia pulita e mobilità locale sostenibile, ricerca e innovazione, diversificazione economica e contrasto alle perdite occupazionali), induce una riflessione a cui la sessione è rivolta, in particolare riguardo alle seguenti tematiche:

  • Quantificazione delle opportunità lavorative indotte dall’economia della sostenibilità: stime, tendenze ed eventuale compensazione con gli effetti dell’automazione
  • Qualificazione professionale, in termini di nuove figure professionali e nuove competenze. Possibili interazioni con il Quadro Nazionale delle Qualificazioni – QNQ
  • Formazione e riqualificazione professionale, settori e mansioni direttamente interessate alla Just Transition. Criticità e prospettive; esperienze già in atto e nuovi orizzonti.
  • La finanza diventa reale: esperienze di strumenti finanziari sostenibili per lo sviluppo locale (green bond; social bond; green bond locali; crowdfunding; social impact investing etc.)
  • Esperienze di economia circolare e distretti circolari, prime analisi e valutazione d’impatto
  • Le banche ed i fondi di investimenti di fronte alla sfida della sostenibilità: studi e proposte d’analisi

Contatti dei coordinatori: Marco Marucci (m.marucci@inapp.org)
Massimo De Minicis (m.deminicis@inapp.org)

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