CfP Autonomie locali e servizi sociali | Le peculiarità del caso italiano nelle politiche di contrasto alla povertà

L’abolizione del Reddito di cittadinanza (RDC) e la sua sostituzione con l’ennesima misura categoriale nel contrasto alla povertà, l’Assegno di inclusione (ADI), riporta l’Italia ad essere l’unico paese europeo privo di una misura di universalismo selettivo per tutti i poveri.
Da un lato, dunque, il comparto dell’assistenza sociale del nostro paese aumenterà il già alto tasso di frammentazione e duplicazione di misure destinate a specifici gruppi di poveri, con l’effetto di determinare un’inefficiente gestione della spesa sociale e una limitata equità nell’impatto di queste misure. D’altro lato si conferma in Italia, a differenza di tutti gli altri paesi europei, un comportamento che si può definire ondivago rispetto alla adozione di schemi di reddito minimo garantito e alla loro interpretazione: introdotti in via sperimentale, non confermati, riproposti con coperture limitate, poi estesi, infine abrogati.

Questa sezione monografica n. 3/2024 della Rivista Autonomie locali e servizi sociali a cura di Gianluca Busilacchi (Università di Macerata) e Enrica Morlicchio (Università di Napoli Federico II) intende indagare i motivi prevalenti che hanno portato alle peculiarità del caso italiano nel contrasto alla povertà tramite misure di reddito minimo. QUI la call completa.

Modalità di presentazione delle proposte

Inviare un paper di lunghezza compresa tra le 45.000 e 50.000 battute (spazi e note inclusi), in italiano o in inglese, entro il 15 maggio 2024 all’indirizzo: autonomielocalieservizisociali@gmail.com.

 

 

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