Sessione 24 – Transitare con cura. Ripensare il care work tra rischi e opportunità

Coordinatori: Davide Caselli (Università di Milano Bicocca); Barbara Giullari (Università di Bologna); Carlotta Mozzana (Università di Milano Bicocca)

La sessione si pone l’obiettivo di affrontare, quale specifico campo di tensione del rapporto tra lavoro e transizione, le riconfigurazioni che riguardano l’eterogeneo mondo del lavoro di cura (care) che, accanto alla transizione tecnologica, rappresentano un aspetto centrale per la ridefinizione nello spazio pubblico di una più ampia transizione socio-ecologica.

In linea con la definizione proposta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (2018), la produzione di cura di cui una società ha bisogno è garantita dalla compresenza e dall’intreccio, che variano storicamente e spazialmente, tra il lavoro di cura retribuito presso enti di natura pubblica e privata (di tipo no profit e profit), il lavoro di cura domestico retribuito, il lavoro domestico non retribuito e infine il volontariato. Queste diverse componenti, che spaziano dall’ambito sanitario, educativo a quello sociale e socioassistenziale, agiscono secondo diversi modelli di regolazione, organizzazione e messa a valore economico, configurando veri e propri care regimes.

Il terreno della cura è infatti storicamente denso di conflitti e contraddizioni e caratterizzato dalla tensione tra assunzione di responsabilità pubblica e privata, al confine tra produzione e riproduzione sociale. In questo contesto, le crisi sanitaria e socioeconomica innescate dall’emergenza pandemica hanno evidenziato una profonda crisi della produzione di cura, legata all’incremento delle disuguaglianze all’interno della società, ma anche al suo accesso inadeguato e diseguale, alle precarie e inadeguate condizioni del lavoro nonché all’esaurimento delle risorse di cura; così come più in generale le trasformazioni e la destrutturazione progressiva delle condizioni di lavoro di un numero sempre maggiore di persone ha gravemente compromesso il diritto di ricevere cura e di prendersi cura. Si tratta di fenomeni che originano da una pluralità di fattori, diversamente intrecciati nello spazio e nel tempo, all’insegna delle politiche di austerità, di riconfigurazione delle relazioni tra attori pubblici e privati nella produzione di cura e delle dinamiche estrattive che riguardano il più vasto mondo del lavoro, che si presentano con inedita gravità e conseguenze sul medio periodo, richiedendo con urgenza un impegno sul piano analitico. La fase pandemica ha visto poi la nascita, o in alcuni casi il rafforzamento, di esperienze di mutualismo e mutuo aiuto che rivendicano un nuovo modo di produrre relazioni e istituzioni di cura, alternative sia al mercato che al servizio pubblico. Si tratta di esperienze che hanno aperto domande e tensioni relativamente allo statuto professionale del lavoro sociale, alla sua dimensione politica e ai confini disciplinari e di specializzazione attraverso cui esso è strutturato. Gli sviluppi che queste pratiche possono prendere sono quanto mai aperti, e rappresentano un ulteriore interessante osservatorio sulle tensioni e le trasformazioni del lavoro di cura.

A partire dalla cornice delineata, la sessione intende raccogliere contributi su come il campo della produzione di cura si sta trasformando a livello nazionale, ma soprattutto locale, rispetto alle riconfigurazioni, agli attori e alle dinamiche di potere che in questo ambito stanno prendendo forma. Sono invitati contributi empirici e/o teorici orientati a esplorare, tra gli altri, i seguenti temi:

  • le condizioni di lavoro di chi opera nei servizi di care a livello locale (a livello di inquadramento contrattuale, retribuzioni, stabilità, etc.), sia nel settore pubblico, in realtà no profit e profit coinvolte nei meccanismi di procurement pubblico;
  • le specificità del lavoro di cura all’interno di istituzioni che operano nel mercato privato non accreditato (dai servizi di secondo welfare ai servizi di cura acquistati privatamente) così come nel mercato informale della cura (a partire dal badantato);
  • esperienze di inedite forme di redistribuzione e co-produzione di cura tra attori di differente natura;
  • la relazione tra condizioni di lavoro e accesso alla cura;
  • esperienze di mobilitazione dei lavoratori della cura e/o le forme specifiche che il lavoro di cura assume nelle esperienze di mutualismo nate durante la pandemia;
  • le logiche di cura che prendono forma in questi intrecci;
  • la visibilità o invisibilità del lavoro e delle lavoratrici e lavoratori della cura nel discorso pubblico e nei documenti di policy elaborati nel contesto della pandemia.

Contatti coordinatori: Carlotta Mozzana (carlotta.mozzana@unimib.it); Barbara Giullari (barbara.giullari@unibo.it); Davide Caselli (davide.caselli@unimib.it)

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