Sessione 13: Le conseguenze della transizione ecologica su lavoro, territori e disuguaglianze

Coordinamento:

Maura Benegiamo
Università di Pisa
maura.benegiamo@unipi.it

Guido Cavalca
Università di Salerno
gcavalca@unisa.it

Marco Marrone
Università del Salento
marco.marrone@unisalento.it


Call for papers


La transizione verso nuovi paradigmi sostenibili sta ormai profondamente ridisegnando assetti produttivi e direttrici di sviluppo a livello globale. Tali trasformazioni avvengono però nel quadro di sistemi economici locali spesso strutturalmente segnati da disuguaglianze sia di natura socio-economica che territoriale, oltre che dagli impatti sempre più evidenti della crisi climatica. È questo soprattutto il caso di territori caratterizzati da realtà produttive fragili e da importanti carenze infrastrutturali, aggravati da degradazioni ambientali talvolta irreversibili, una profonda recarizzazione del lavoro e un costante indebolimento delle relazioni  industriali.

Proprio le intersezioni di queste dimensioni ci appaiono decisive per comprendere le conseguenze della transizione ecologica nelle sue varie declinazioni e scale. In particolare, ci sembra necessario analizzare come questa stia riconfigurando le relazioni tra lavoro e territori con esiti ben diversi sul piano dell’occupazione, della gestione dei processi di innovazione e delle diseguaglianze sociali e territoriali. La call vorrebbe quindi ospitare interventi di carattere empirico e teorico, critico o esplorativo, che ragionino in particolare su alcune delle principali traiettorie della transizione ecologica in atto:

a) sulle innovazioni indotte nel settore industriale, come ad esempio quello  dell’industria automobilistica in ragione del passaggio all’auto elettrica, in termini di tecnologie e di nuovi modelli di produzione e occupazione;

b) nell’ambito delle infrastrutture energetiche, con lo sviluppo di alternative, quali ad esempio le fonti rinnovabili, non prive di contraddizioni rispetto al loro impatto sui territori;

c) nel campo dell’agricoltura e delle produzioni agroindustriali più in generale, soprattutto in relazione alla polarizzazione sempre più evidente tra produzioni di qualità e industriali e tra le rispettive forme di organizzazione del lavoro.

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