Sessione 26: Le geografie della disuguaglianza urbana in Italia

Coordinamento:

Alessandro Coppola
Politecnico di Milano
alessandro.coppola@polimi.it

Silvia Lucciarini
Sapienza Università di Roma
silvia.lucciarini@uniroma1.it


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Per la prima volta nella storia, quasi il 60% della popolazione mondiale vive nelle aree urbane, dove si produce circa l’80% della ricchezza totale (Storper et al. 2015). La supremazia economica delle città si accompagna a elevati livelli di disuguaglianza al loro interno. Nel dibattito internazionale, lo studio della mobilità residenziale urbana rappresenta uno dei contributi più originali alla lettura delle disuguaglianze urbane, capace di coniugare letture macro, meso e micro come anche intrecciare le policy (o la loro assenza) alle pratiche (Lucciarini,2011).

La mobilità residenziale può modificare bruscamente la dimensione e la struttura socio-demografica di una popolazione, specialmente a livello di quartiere o piccolo comune (Crisci 2021). Popolazione che negli ultimi anni ha visto aumentare la sua complessità: la cosiddetta “seconda transizione demografica” ha svolto un ruolo cruciale in tali processi, portando a un “aumento della diversità nei tipi di famiglie e all’evoluzione dei ruoli di genere”, che ha modificato la composizione sociale di molti quartieri urbani (Buzar, Haas et al., 2007).

Elementi che si sommano agli aspetti strutturali peculiari della struttura demografica italiana
(Billari, Tommasini, 2021): una speranza di vita alla nascita molto elevata e un livello di fertilità estremamente basso, che ha rafforzato il processo di invecchiamento della popolazione (Billari e Kohler, 2004); un’importante crescita delle migrazioni internazionali che hanno interessato le grandi aree metropolitane del Centro-Nord, attrattive anche per i migranti interni (Strozza, Benassi, Ferrara, Gallo, 2015; Bonifazi, Heins, Licari, Tucci, 2020); una territorializzazione disuguale dei processi che rende l’Italia un “puzzle demografico”, con una profonda eterogeneità tra Sud e Nord, zone interne e contesti metropolitani, centri urbani e periferie (Benassi, Busetta, Gallo, Stranges, 2021; Coppola, Lanzani e Zanfi, 2021).

In questo contesto, la questione della mobilità residenziale è diventata di primaria importanza. In proposito, possono essere distinti due approcci principali: (a) la teorizzazione dei fattori che condizionano le “scelte abitative” in una relazione complessa tra “struttura” – costituita da una varietà di determinanti demografiche, sociali, di classe (Coppola e Lucciarini 2022) ma anche relative ai mercati immobiliari – e l'”agency” delle famiglie; (b) l’osservazione e la teorizzazione dei processi di differenziazione socio-spaziale – come la gentrificazione, filtering, shrinkage e così via – che possono essere sia causa che risultato delle scelte di mobilità residenziale.

In particolare, ma non esaustivamente, la sessione intende accogliere contributi su:

  • Politiche urbane (housing, social mix, megaprojects…) e mobilità;

  • Institutional discourses, mobilità e città (desiderabilità, gentrification, …);

  • Residential (im)mobility;

  • Insediamento autoctoni/immigrati nelle aree urbane;

  • Hybrid working policies e practices e mobilità urbana.

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